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Così nasce una vigna del Nizza

Nel sole di metà giugno il terreno preparato è un spazio più chiaro sulla collina verde di vigne.
Il trattore si muove con traiettorie sicure da sinistra a destra e ritorno, dall’alto verso il basso. Uomini sul trattore e a terra, che si erano dati convegno nella cascina la mattina presto, ripetono gesti antichi e nuovi. Nasce così una vigna del Nizza.

Se si alza lo sguardo sulla collina domina il campanile della chiesa di Castelnuovo Calcea. L’area si chiama Gavelli, pieno territorio del Nizza docg. Per Coppo è il comprensorio più significativo delle sue vigne. A due passi c’è la Riserva della Famiglia.

Sarà una nuova vigna: per un ettaro di Barbera, per produrre Nizza docg.
Nella parte più bassa, più riparata e fredda, ci sarà Chardonnay.

L’enologo e agronomo di Coppo, Gianmario, spiega come nasce una vigna.

“Prima c’è un disegno digitale del vigneto. Abbiamo delimitato il terreno tramite dei punti satellitari: tramite quell’antenna, che comunica direttamente con il trattore, veniamo guidati nei punti esatti in cui collocare la prima vite del filare”.

Come si sceglie un terreno?

“Questo era già un terreno vitato a Barbera e dunque conoscevamo già il potenziale del vigneto. Altrimenti avremmo dovuto fare un’indagine preliminare considerando la posizione, l’esposizione, e l’analisi del terreno per capire se siamo in presenza dei caratteri fondamentali per avere un buon vigneto.

Che tipo di vigneto è questo?

“Qui abbiamo un’esposizione a sud, con un terreno tipico di Castelnuovo Calcea in cui la componente di limo e argilla sono più importanti rispetto a quella della sabbia. Un terreno ideale per ottenere una Barbera di qualità. Anche il clima di questa area, che è più bassa rispetto all’area di Canelli per esempio, è più adatta alla maturazione dell’uva Barbera”.

Come si pianta una barbatella?

“In una barbatella la parte superiore è la Barbera, il clone di varietà della vitis vinifera che viene innestata sulla parte inferiore, il portainnesto, più lungo e con le radici, un incrocio della vite americana. Normalmente la barbatella viene preparata tagliando parte delle radici e viene infilata in un buco con uno strumento che si chiama forchetta nel terreno. Oggi invece questo impianto, grazie alle condizioni del terreno e della pendenza non eccessiva, lo facciamo con una macchina che si trova sul trattore.

Come funziona la macchina sul trattore?

La persona posiziona la barbatella su un nastro che porta la barbatella in un piccolo fosso e due vomeri uniti della macchina hanno preparato nel terreno. La barbatella viene collocata in posizione orizzontale nel terreno e poi altri due attrezzi la chiudono. La macchina dunque prepara il buco, posiziona la barbatella e chiude il buco”.

Perché una persona segue il trattore a piedi?

“Può succedere che la macchina rompa la vite o anche on depositi bene la barbatella. La persona che segue corregge l’eventuale errore della macchina. L’uomo è sempre decisivo per controllare che il lavoro sia perfetto. Anche alla fine dell’impianto tutte le aree di contorno del vigneto vengono ripassate a mano per correggere eventuali errori”.

Quale sarà il ciclo di vita questa nuova vigna?

“Adesso siamo a giugno. La vite abitualmente viene piantata nel periodo primaverile o a ridosso dell’estate oppure poi nel periodo autunnale. Sono i periodi in cui l’apparato radicale della vite si sviluppa in modo corretto e si prepara a sopportare un periodo magari troppo caldo che potrebbe causarle la morte”.

Che cure serviranno?

“Dopo aver sistemato le barbatelle pianteremo tutti gli organi di sostegno: i pali, i fili, i tutori. Faremo molta attenzione, soprattutto in un anno come questo, a tenere la vite piccola libera dall’erba affinché non sia soffocata. Col prossimo anno soprattutto comincerà la fase dell’allevamento, secondo lo schema con cui si svilupperà la crescita vegetativa della pianta: in questo caso sarà il guyot“.

Quando vedremo le piante e l’uva?

“Quest’anno vedremo qualche piccola foglia, il secondo anno vedremo qualche germoglio, teoricamente il terzo e quarto anno la vite raggiungerà la fase produttiva”.

Che vino ci darà questa vite?

“Considerando il terreno, l’esposizione questo vigneto darà uve Barbera per il Nizza docg”. Per il Pomorosso e non solo.

In questa vigna non ci sarà solo Barbera.

“Secondo uno schema comune alle nostre vigne qui a fianco, nella parte terminale, quella più bassa, e più fredda, meno adatta alla Barbera, stiamo mettendo Chardonnay. Lo Chardonnay ha bisogno di calore ma di un po’ meno luce e, per preservare la sua freschezza, anche di un clima più fresco”.

Per quanto tempo vivrà questa vigna?

“L’estimo agrario direbbe che la vigna è produttiva in maniera economica fino ai trent’anni poi inizia a rendere meno. Coppo pianta le sue vigne senza darsi un limite. Mettiamo la massima attenzione possibile all’impianto del vigneto, sia per le barbatelle che per i materiali impiegati: pensiamo che la carriera di un vigneto più lunga è meglio è. Per questo per Coppo il vigneto non ha una scadenza. Piantiamo questa vigna pensando che possa durare all’infinito”.