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Canelli, il posto speciale delle bollicine

Se vuoi sapere di più sulle bollicine, se sei ossessionato dallo Champagne o dal Prosecco, se vuoi conoscere le ragioni e le espressioni più profonde dello spumante metodo classico italiano il posto giusto dove andare è Canelli. Ecco perché.

A proposito di numeri sappiamo che gli spumanti prodotti in tutto il mondo rappresentano meno del 10% della produzione vitivinicola internazionale.

In tutto si tratta di 3500 milioni di bottiglie di cui oltre la metà europee.
La Francia arriva a 570 milioni – 290 sono di Champagne -, la Germania a 280, la Spagna a 260 – praticamente tutto Cava.

Dei numeri italiani possiamo notare due cose.
– L’Italia produce più di tutti: un quarto dell’intera produzione mondiale di spumante è italiana (950 milioni).
– Il Prosecco spinge l’Italia: con i suoi 500 milioni di bottiglie, il Prosecco segna una produzione record e uno straordinario successo commerciale dello spumante italiano.

Perché allora Canelli?

Per rispondere dobbiamo parlare anche di qualità, di storia e di altro.

Ecco tre motivi che fanno di Canelli un posto speciale per le bollicine.

1. Questione di metodo: il metodo classico

Non tutti sanno che esistono due metodi di produzione dello spumante. Il metodo Martinotti (o Charmat) è quello con cui si producono la stragrande maggioranza delle bottiglie e prevede una rifermentazione del vino in una grande vasca. L’altro è il metodo classico ed è un procedimento più complesso, prevede una rifermentazione del vino in bottiglia.

Gli spumanti fatti con il metodo classico in Italia – che è poi il metodo dello champagne, lo stesso metodo che le aziende storiche usano a Canelli – sono solo una piccola parte di quelli che troviamo al ristorante, al bar e nelle enoteche, al supermercato. Basti pensare che di quei 950 milioni di bottiglie di spumante italiano ben 916 sono prodotti con il metodo Martinotti.

Sono solo 34 milioni le bottiglie metodo classico. Arrivano soprattutto dalle quattro maggiori denominazioni – Trento Doc, Franciacorta, Altalanga, Oltrepò Pavese – sebbene esistano 54 denominazioni, 42 nel nord italia, 4 centro, 8 sud, che hanno nel disciplinare anche questa tipologia.

Quella del metodo classico è dunque una piccola nicchia, un fiore all’occhiello dell’enologia italiana.

2. A Canelli per la prima volta si è usato il metodo dello Champagne

Ecco la storia. Sono stati i produttori di Canelli, appassionati e conoscitori dello champagne, ad importare per primi nel Bel Paese quel metodo di produzione.

Carlo Gancia sperimentò il metodo dello champagne per la lavorazione del moscato e nel 1865 portò alla luce il primo spumante italiano, prodotto con un “Metodo Tradizionale Classico”, ovvero la presa di spuma in bottiglia.

Le cantine di Canelli diedero il via così a questa tecnica in Italia per non abbandonarla più. Arriverà poi a Canelli anche il metodo adottato dalla produzione industriale, il metodo Martinotti, che farà le fortune dell’Asti e poi del Prosecco.

Ma l’adozione del metodo classico – per quanto più complesso e costoso in vigna, durante la vinificazione e nell’affinamento – continuerà a rinnovare a Canelli il senso di una vocazione all’eccellenza che lega in queste colline il passato e il presente.

Solo con il metodo classico si ottengono infatti quelle “bollicine fini e persistenti”, marchio di fabbrica dei migliori spumanti e champagne.

3. Le cantine Unesco

A Canelli gli spumanti nascono e riposano in storiche cantine dichiarate dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2014.

Edificate a partire dal XVIII secolo come piccole cantine di conservazione, rimaneggiate e ingrandite nel corso del 1800 e del 1900 fino alle ristrutturazioni e alle sistemazioni moderne, si sviluppano sotto la collina per 5 mila metri quadrati e fino a 40 metri di profondità.

Non serve essere un esperto per restare a bocca a aperta. Qui a Canelli siamo tutti impegnati nel conservare e rendere fruibile questo patrimonio dedicato al vino, alla sua storia e al lavoro dell’uomo.

Canelli è il posto speciale delle bollicine

Non soffermiamoci ora sulle differenze. Che pure in Canelli ci sono tra i vini, gli stili dei produttori, le ricerche.

Ciò che importa è che Canelli è un luogo speciale per le bollicine.

E’ speciale per capire le analogie con lo Champagne e le differenze dal Prosecco (e da molti altri spumanti). Per consegnare ai sensi di chi ci viene a trovare i risultati di una visione, una sfida ininterotta, un metodo unico. Per far immergere i nostri ospiti in un contesto unico che reca impressi i segni del primo spumante italiano accanto a quelli dell’industria spumantiera.

Coppo ha appena inaugurato uno Sparkling tour specificamente dedicato alle bollicine più tipiche del territorio: lo spumante Metodo Classico e il Moscato d’Asti (sì, ci sono anche le bollicine dolci del Moscato d’Asti, anzi, del Moscato di Canelli, ma questa è un’altra storia).

In molte cantine canellesi è possibile fare questa esperienza straordinaria.

Luigi Coppo

– Il Coppo Sparkling Tour si è aggiunto ai tour Classico e Premium