
Classe 1972, Gianmario Cerutti è agronomo ed enologo di casa Coppo: dal 1997, anno in cui ha cominciato a lavorare nella nostra azienda, è lo specialista dei vigneti che, anno dopo anno, cura con esperienza e passione assieme alla nostra famiglia. È a lui che abbiamo chiesto di tracciare un quadro di questa singolare stagione invernale, cercando di capire quali pratiche sono state adottate nei vigneti per far fronte a temperatura fuori della norma, poche precipitazioni e una primavera incombente.
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Gianmario, con la primavera alle porte, come descriveresti la stagione appena trascorsa?
Questo gennaio ricorda da vicino l’inizio gennaio del 2013 con temperature fuori dalla norma, ma l’inverno 2015-2016 si caratterizza per l’insolito ma soprattutto prolungato caldo, a cui si aggiunge la particolarità delle precipitazioni scarse, sin dai mesi post vendemmiali. La neve non si è praticamente vista e in generale, il clima quindi è stato parecchio asciutto. Anche se abbiamo avuto una breve perturbazione in questi giorni, speriamo in adeguate precipitazioni di Marzo; il rischio è che uno scarso accumulo idrico invernale, non ci permetterebbe di affrontare serenamente un eventuale primavera o estate da annate secche.
Ci saranno problemi di siccità in vigna?
Non credo. Abbiamo alle spalle un 2014 e 2015 che non hanno avuto problemi in tal senso, le riserve idriche di profondità sono state preservate. La vite, inoltre, non patisce eccessivamente la mancanza d’acqua: ha radici assai estese in grado di raggiungere notevoli profondità, un po’ di rischio solo per i giovani impianti. Ora molto dipende da come sarà il tempo in primavera.
Le gelate possono essere un fattore critico?
Fino a che la vite non germoglia, in realtà, non teme gli sbalzi di temperatura. Durante l’inverno la vite “va in letargo” e raccoglie dentro di sé tutte le energie, fino a fermare del tutto il suo sviluppo. Ho visto ceppi resistere ai più rigidi inverni grazie a questo “sonno invernale”. Diciamo che le buone temperature per ora non hanno anticipato il risveglio della vigna: se si prolungassero per tutto marzo allora l’anticipo ci sarebbe. Bisogna augurarsi che non ci siano gelate primaverili. E controllare bene lo sviluppo di funghi e insetti che si giovano di un mite inverno.
In che modo?
La mancanza di neve e temperature rigide ha probabilmente favorito la popolazione di insetti che, solitamente, vengono falciate dal gelo. Potrebbero esserci una maggiore quantità di uova o larve con una pressione più alta sulle viti nel periodo vegetativo. Altro problema sono gli attacchi fungini: il caldo ha certamente favorito la conservazione delle spore. Ma tutto questo è ancora un’ipotesi da verificare.
Quali contromisure adottare?
L’osservazione costante del vigneto e la registrazione minuziosa dei parametri della vigna: sono queste le informazioni essenziali per poter intervenire immediatamente, efficacemente e con il minor numero di trattamenti possibile. A casa Coppo prestiamo una minuziosa attenzione al benessere delle vigne, senza dimenticare il rispetto per l’ambiente.
Il caldo invernale ha portato qualche vantaggio?
Abbiamo potuto anticipare alcuni lavori come la potatura e la legatura. Grazie alla prima operazione andiamo a stabilire, per ciascun ceppo, il carico di lavoro che avrà durante la fase di vegetazione. È un lavoro molto importante perché ciascuna vite non deve essere forzata a lavorare più di quello che può dare. In vigna si applica l’adagio: «Ognuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo le sue necessità». La legatura invece serve a fissare il capo a frutto (tralcio fruttifero) ai fili di sostegno e fatta correttamente favorisce un germogliamento armonico, facendo fluire in maniera corretta la linfa che, fra pochi giorni, ricomincia a scorrere sempre più attivamente, fino a stimolare tra qualche settimana le gemme al germogliamento. Con una metafora rubata all’idraulica potremmo dire che ogni ceppo può essere paragonato ad un tubo vivente. Perché l’acqua e il flusso delle energie non incontrino ostacoli creando ingorghi, dobbiamo potare e legare nel modo corretto, evitando costrizioni , brusche interruzioni, sforzi eccessivi. Tutto questo per agevolare l’energia e il lavoro della vite, riducendo drastici interventi di emergenza che non fanno bene ne alla pianta, ne al grappolo, né in futuro, al vino.